questo è il marketing seth godin, padre indica il futuro alla figlia

Autore, imprenditore, docente. I suoi libri sono dei best seller e il suo blog è un punto di riferimento nel settore. Stiamo parlando di Seth Godinuno dei più grandi esperti di marketing contemporanei.

Penso che una parte importante del suo successo sia dovuto al fatto che Godin non riempia i suoi libri di tecnicismi e formule magiche ma prima di tutto si preoccupi di predisporre il mindset di chi si occupa di marketing.

Questo succede anche nel suo ultimo libro “Questo è il marketing”, un viaggio su come ogni marketer o professionista dovrebbe preparare la sua mente per affrontare le sfide della comunicazione di oggi.

Si tratta di uno dei migliori libri di marketing che io abbia letto negli ultimi anni e qui provo alcuni spunti di riflessione importanti per tutti coloro che desiderano affrontare il mondo della comunicazione digitale.

Non dobbiamo diventare per forza famosi: small valuable market

Molti professionisti e aziende quando si affacciano al mondo del marketing sognano di poter raggiungere in poco tempo numeri e volumi altissimi. Ma siamo sicuri che sia davvero quello di cui hanno bisogno?

Il mondo del web di oggi è ricco di storie di successo ma questa è anche la falsa promessa di Internet […]. Che chiunque può cantare o scrivere o danzare o fare il comico o l’allenatore o il libero professionista e chiunque farà così. quindi, ce la farete anche voi”.

Provate a pensarci: se bastasse pubblicare foto sui Social per diventare la nuova Chiara Ferragni perché in pochissimi raggiungono il suo livello? Ma soprattutto: a un piccolo professionista o azienda locale serve davvero raggiungere quei numeri? In un articolo precedente ti abbiamo già spiegato cosa significhi davvero fare marketing sul territorio.

Può sembrare un ossimoro, il primo insegnamento che dovremmo recepire da influencer e web star, è un sano bagno di umiltà: “qualcuno creerà dei successi e probabilmente non sarete voi”.

Questo significa essere destinati al fallimento? Assolutamente no.

Ciò che conta per ogni azienda o professionista è costruire il proprio small valuable market, ovvero un numero anche ristretto di persone, disposte a seguirvi, a comprare il vostro prodotto, ad ascoltare i vostri consigli, a restare aggiornati sulle vostre attività.

La vera massa critica sta ben al di sotto dei milioni di follower o seguaci: sarà anche una frase fatta, ma quello che conta è la qualità delle persone che ci seguono.

Come fare allora a costruire il proprio orticello? Il percorso indicato da Godin è quello “della connessione, dell’empatia e del cambiamento”. 

La condizione di partenza è terribilmente semplice: “Non è utile pensare che tutti sappiano quello che voi sapete che vogliano ciò che voi volete, che credano in ciò in cui voi credete”.

Social Network e Marketing Online: un mondo da cui fuggire?

Molti, tra le pagine di “Questo è il Marketing”, hanno letto in alcuni passaggi una critica ai Social Network. Di certo Godin non tesse le lodi dello strumento ma sottolinea il modo in cui vengono usati versus quello per cui dovrebbero esserlo.

I Social Network non sono la panacea di tutti i mali ma questo non significa che non si debba più fare pubblicità online.

L’importante è costruire un mindset nuovo.

vantaggi della pubblicità online continuano a essere sostanzialmente tre:

  1. “online potete raggiungere le persone in modo più preciso”
  2. “potete raggiungere le persone all’istante”
  3. “potete misurare tutto”.

Il marketing online deve avere però prima di tutto una funzione: rafforzare le storie che creiamo intorno al nostro brand.

Tutto questo lavoro non deve essere fatto per “vendere” ma per ottenere l’adesione delle persone attraverso l’educazione volontaria perché  “non esiste un modo per istruire forzatamente. è quasi impossibile insegnare alle persone contro la loro volontà.”

Questo è il Marketing: un nuovo ruolo per il marketer

Nell’immaginario comune fare marketing significa fare il possibile per vendere di più.

L’incremento di vendite e fatturato come unico risultato dell’uomo di marketing è tuttavia oggi anacronistico.

Godin offre una nuova visione: il marketing oggi è “l’atto di far accadere il cambiamento”.

Per l’autore, infatti, siamo giunti in un periodo storico in cui è arrivato “il momento di utilizzare il marketing per fare qualcos’altro. Per migliorare le cose. Per generare il cambiamento che vi piacerebbe vedere nel mondo. Per far crescere il vostro progetto, certo, ma innanzitutto per servire le persone a cui tenete”, il vostro small valuable marketing per l’appunto.

Il marketing efficace oggi si basa su empatia e servizio, non è  più “una gara ad aggiungere più funzionalità per meno soldi. Il marketing è la nostra ricerca per realizzare il cambiamento per conto di coloro che serviamo e lo facciamo capendo le forze irrazionali che guidano ognuno di noi”

L’obiettivo finale

“La mission del marketer. Interagire con le persone e aiutarle a realizzare il cambiamento che cercano”.

Spesso ci facciamo prendere dall’ansia della vendita, del voler essere competitivi sui motori di ricerca per arrivare prima degli altri, da un utilizzo compulsivo dei Social Network pensando che possano risollevare il fatturato di un professionista o di un’azienda.

In realtà quello per cui ognuno dovrebbe lavorare è avere qualcuno che si interessa a voi  e a ciò che cercate al punto ad digitare il vostro nome. Al punto da cercare voi, non un’alternativa generica.”

Dobbiamo essere unici e speciali, distinguerci per la qualità del nostro lavoro e per il modo con cui portiamo avanti il nostro cambiamento.

In fondo, la strada verso il successo è una storia che si ripete da millenni. La storia ci insegna a non inseguire oggetti luccicanti e fuggire dalla chimera del successo e del tutto è subito.

Come ci ricorda Godin: “I migliori marketer sono agricoltori, non cacciatori. Piantate, prendetevi cura, arate, concimate, diserbate, ripetete. Lasciate che qualcun altro insegua oggetti luccicanti”.

Questo lavoro è fondamentale ma richiede assiduità costanza, la capacità da dare valore e la predisposizione alla condivisione. ma in fondo “Il primo passo per migliorare le cose è fare cose migliori”.